Perché dovrei riuscirci proprio io, che sono così incapace?
No, non me lo merito!
Dico di no, così sicuro non sbaglio!
In alcuni giorni e in alcune situazioni ti può capitare di sentirti proprio così e di porti queste domande che possono ostacolare scelte o azioni.
Sei davanti ad una scelta importante e ad un certo punto, per qualche strano motivo, nella tua testa cominciano a sorgere dei dubbi rispetto al “meritarti” o meno quella cosa. Ti chiedi se sei veramente “giusto” per quel lavoro o per quella relazione, se non sia piuttosto adatto qualcun altro e non tu.
In un attimo l’immagine che hai di te ti appare incompleta, piena di difetti e di mancanze. Al contrario, l’immagine degli altri viene posta su un gradino superiore: gli altri sono “top” sempre, collezioni di traguardi e vacanze meravigliose impresse nelle foto IG lo confermano!
Quindi per qualche motivo, gli altri appaiono decisamente meglio di te, che non ti senti affatto all’altezza!
Forse in fondo sai che non è del tutto vero, che anche tu in fin dei conti hai raggiunto almeno un obiettivo e costruito passo dopo passo delle competenze, ma è come se una parte di te ti dicesse: “hmmmm però non me lo merito del tutto, perché la persona che ha dovuto valutare le mie competenze (o che dovrebbe essere mio amico/partner) non ha visto tutto di me! Gli ho fatto vedere solo la parte che mi è convenuta, quindi sono stato un bugiardo!”
Ed ecco allora che il senso di colpa verso la tua percepita inadeguatezza, ti porta a sentirti come un impostore. Per questo motivo questi comportamenti e pensieri vengono inquadrati come “sindrome dell’impostore”: e puoi arrivare a convincertene a tal punto che credi proprio di aver indossato una maschera e di aver giocato un ruolo che ti abbia dato “credibilità” agli occhi degli altri (credibilità che ovviamente pensi di non avere!).
I motivi per cui attui questa specie di sabotaggio nei confronti di te stesso possono essere davvero molti e potresti sentire il bisogno di parlarne con un professionista per venirne a capo.
La radice di questi pensieri può essere in parte ritrovata nell’infanzia.
Prova ad essere per qualche minuto un bambino di 4 anni. Pensa con quali occhi guarderesti un adulto competente capace di tantissime cose rispetto a te (che poi ad un certo punto appariranno così scontate!). Un adulto, al contrario di te bambino, sa fare infatti tante cose più di te: un adulto sa decidere le regole, sa gestire il tempo, sa come bisogna comportarsi nelle diverse situazioni, capisce le cose e sa dare delle spiegazioni! Wow! Per gli occhi di un bambino di 4 anni gli adulti appaiono come dei veri e propri individui affascinanti e misteriosi! E, guarda caso, quegli individui non coincidono con l’immagine che hai di te!
Si inizia quindi da piccoli ad avere una forte impressione che le persone competenti e degne di ammirazione non siano affatto come noi. E poi il resto degli eventi, delle sfide e delle situazioni che affrontiamo possono contribuire o meno ad alimentare questa visione.
Quindi, così come da bambino vedevi gli adulti come rispettabili e capaci, adesso vedi gli altri in questo modo e il pensiero diventa: “gli altri sanno fare cose che io non so fare”.
Questo succede perchè conosci te stesso dall’interno, mentre vieni a conoscenza delle altre persone solamente dall’esterno. Ed ecco quindi che i pesi che metti sulla bilancia sono completamente inadeguati: da una parte ci sono le “altre persone” come perfettamente degne di raggiungere importanti obiettivi, sempre perfetti, visti nella loro versione migliore; dall’altra ci sei tu con i tuoi difetti, imperfezioni e limiti.
In questo c’è un grande errore di valutazione: anche le altre persone sono profondamente imperfette quanto te, solo che la maggior parte delle volte non lo sai!
Delle altre persone, spesso sai solo quello che vedi o che ti raccontano, ma rimani all’oscuro di tutto il resto che accade nella loro mente.
Conoscere le esperienze più mediocri, i fallimenti e le vulnerabilità delle altre persone può aiutarti a capire che non sono le tue imperfezioni a doverti trattenere dal metterti in gioco.
Ricorda che tutte le preoccupazioni che ti assillano non sono dei fulmini a ciel sereno che si sono abbattuti soltanto su di te, ma sono caratteristiche generali della mente umana. Devi impegnarti a fare un atto di fiducia e ricordarti che il cervello anche le altre persone sono assillate dalle tue stesse insicurezze.
Tieni sempre presente che anche le persone che consideri essere più di successo hanno occasioni in cui non riescono a reagire, in cui si sentono sotto pressione e guardano a certe loro decisioni del passato con vergogna e rimpianto.
Fare quest’atto di fede verso le altre persone ci aiuta ad umanizzare il mondo, e a capire che abbiamo le stesse possibilità di successo e realizzazione delle altre persone, così come gli altri hanno le stesse possibilità di fallimento.
Fissa quel traguardo e pensa che puoi raggiungerlo e lo meriti! Non essere l’impostore di te stesso :)